Huawei, voci di crisi? Cosa sta succedendo al colosso cinese

Il CEO di Huawei: "siamo in modalità sopravvivenza"

La notizia è arrivata inaspettata, soprattutto considerando la reticenza che normalmente le aziende cinesi hanno ad ammettere di essere in crisi. Il CEO di Huawei Ren Zhenfei ha ammesso le enormi difficoltà che la sua azienda sta attraversando, dichiarando di dover necessariamente rinunciare all'ottimismo per il futuro e fare della sopravvivenza l'interesse primario. Com'è stato possibile che un leader del mercato così importante sia passato nel giro di pochi anni dalla preminenza su Apple e Samsung ad addirittura avere timori per la sua stessa esistenza? Proviamo a spiegarvelo. L'anno d'oro di Huawei è sicuramente il 2020, quando tra mille difficoltà (di cui vi parleremo più avanti) avviene lo storico sorpasso che porta i cinesi sul tetto del mondo per le vendite di terminali telefonici. A luglio di quell'anno, Huawei supera ufficialmente Apple e diventa il primo produttore di smartphone al mondo per terminali consegnati. Va detto che la parte del leone in questi numeri è data dal mercato interno (dove la Mela non ha mai avuto troppa fortuna), ma il risultato era in realtà il punto di arrivo di una scalata iniziata già diversi anni prima che aveva portato anche allo scavalcamento di Samsung.

Le ragioni del successo

Huawei è l'azienda privata più grande e importante della Cina e nel 2019 contava oltre 190 mila dipendenti. Si è sempre contraddistinta per una forte vocazione alla ricerca e sviluppo, cosa che l'ha portata (sempre nel 2019), ad essere l'azienda con più richieste di brevetti al mondo. Tutto questo ha fatto sì che fosse sempre estremamente all'avanguardia sia per quanto riguarda i terminali che per tutta l'infrastruttura che permetteva di farli funzionare: ricordiamo che Huawei era ed è tutt'ora uno dei principali produttori dei ponti radio cellulari delle varie tecnologie, con partnership strette con i principali operatori di tutto il mondo (in Italia ha realizzato, in collaborazione con TIM, l'intera copertura nazionale HSDPA e HSUPA nei primi anni 2000, poi con Vodafone la copertura EDGE).Ai consumatori, diviene nota quando inizia a vendere i propri terminali a prezzi molto aggressivi su hardware di prima qualità, garantendo così una tecnologia di livello premium a costi quasi da entry level. La prima serie di successo è la serie P, con il modello P8 che diventa uno dei più venduti in assoluto. Non ci sono però solo gli smartphone: Huawei produce anche router (è la "firma" dietro la prima Vodafone Station del 2010), pc fissi e portatili, smartwatch e soprattutto, come detto, apparati per il networking. I modelli si susseguono con lanci in grande stile a distanza di pochi mesi l'uno dall'altro e il successo sembra inarrestabile.

huawei

I cattivi rapporti Huawei - USA

La crisi inizia ad affacciarsi quando l'America (con l'amministrazione di Donald Trump) praticamente dichiara a Huawei una guerra commerciale volta ad estrometterla dal proprio mercato. La prima mossa è l'arresto, a fine 2018, della manager Meng Whanzou, figlia del CEO Ren Zhenfei. Cittadina canadese, viene fermata in aeroporto a Vancouver su richiesta degli Stati Uniti con l'accusa di frode finanziaria e di aver cercato di eludere le sanzioni USA - Iran. Da lì l'inizio di una vicenda giudiziaria che ha portato la Whanzou ad essere incriminata anche per furto di segreti commerciali e ad essere estradata. Vicenda che, nonostante la scarcerazione decisa nel 2021, sembra essere tutt'altro che conclusa. Il passo successivo di Trump (e siamo nel 2019) è stato imporre alle aziende americane come Google, Microsoft, Qualcomm e altri di non avere più alcun rapporto con Huawei in quanto alcune indagini riservate dell'FBI avevano evidenziato la presenza di numerosi curricula "sospetti" tra i dipendenti cinesi. In pratica si ipotizzava che tra gli operai e i dirigenti ci fossero spie al soldo della dittatura comunista. Fantapolitica? Forse, di fatto il boicottaggio trumpiano interrompe la collaborazione con Google e priva gli smartphone a partire dal P40 in poi della versione completa di Android. I terminali montano una versione molto scarna ed essenziale del sistema operativo di Mountain View, che deve poi essere "completata" dall'OS proprietario sviluppato dalla casa (Harmony OS) e in ogni caso non sono presenti le app dell'ecosistema Google e nemmeno il Play Store. Niente che pregiudichi il funzionamento del terminale, dal momento che le app Google possono comunque essere installate con un procedimento che richiede un minimo di pratica da parte dell'utente. Huawei mette in piedi un app store "alternativo" per poter continuare ad offrire i servizi a cui il pubblico è abituato, ma in questa fase inizia lenta e inesorabile la disaffezione degli utenti.

La crisi dei semiconduttori e la necessità di diversificare

Fin qui il declino delle vendite nel settore consumer worldwide per quanto riguarda gli smartphone, cosa che in realtà sembrava abbastanza annunciata (e sicuramente voluta, almeno da chi aveva deciso le misure restrittive). Fattasi pressante la necessità di diversificare il business, Huawei si è però scontrata con l'altro tema caldissimo che da qualche mese sta tenendo banco nel mondo del tech post pandemia: la crisi dei semiconduttori. La difficoltà sempre crescente di reperire materie prime e una situazione socio-politica tutt'altro che stabile hanno quasi bloccato il transito dei semiconduttori dai siti di produzione (Cina e Taiwan in maggioranza) all'Occidente, con forniture che arrivano col contagocce e in tempi biblici. Con il mercato occidentale in forte empasse, la Cina si trova a poter commerciare solo con sé stessa, vedendo crollare l'export con tutto ciò che questo comporta .L'Italia era partita alla grande con intese anche in fase avanzata per far realizzare a Huawei l'infrastruttura della rete 5G, ma poi la stretta statunitense ha congelato anche questo tipo di accordi. La pandemia con tutto quello che ne è conseguito ha naturalmente fatto il resto. Le parole del CEO sono giunte dunque inaspettate per la loro disarmante franchezza, ma non del tutto nuove per gli addetti ai lavori. Resta da vedere se gli effetti dei tagli al personale e delle richieste di sacrifici sapranno produrre gli effetti sperati, per riportare Huawei in vetta.

Pubblicato il:
29/8/2022
9/11/2022

potrebbe interessarti anche

La Regina Elisabetta II, moderna e tecnologica

Elisabetta II, Regina digitale In queste ore, il mondo piange l'ultima delle "immortali", la regina Elisabetta II. Scomparsa a 96 anni, nella sua lunga vita è stata un'icona di tradizione e modernità…

Leggi tutto l'articolo
Tech Talk

Huawei, voci di crisi? Cosa sta succedendo al colosso cinese

La notizia ha suscitato più di qualche perplessità: il leader cinese della telefonia Huawei ha annunciato di essere a rischio sopravvivenza. Che succede?

Leggi tutto l'articolo
Tech Talk

Lo strano caso di Ashburn, Virginia

Chiunque gestisca un sito internet lo sa: entrando in Google Analytics per analizzare il traffico c'è sempre qualche visita da Ashburn, Virginia. Perché?

Leggi tutto l'articolo
Tech Talk

iscriviti alla nostra newsletter

lavora con noi

Uniontel è sempre alla ricerca di talenti.
Se vuoi provare a fare parte della nostra squadra, mandaci la tua candidatura!
Offriamo contratto a norma di CCNL, benefit e welfare aziendale.
La nostra ricerca è sempre aperta in campo tecnico e commerciale

Inviaci il tuo curriculum e parlaci di te!

*dimensione massima allegato 5MB
Thank you! Your submission has been received!
Oops! Something went wrong while submitting the form.

Contattaci

Thank you! Your submission has been received!
Oops! Something went wrong while submitting the form.