L'intelligenza artificiale e i nuovi reati, le parole da conoscere

Partiamo da un assunto molto semplice: l'intelligenza artificiale è sempre esistita. Per quanto possa sembrare una "novità" degli ultimi tempi, si tratta in realtà di un concetto vecchio quanto la storia dell'informatica stessa o forse addirittura precedente. L'uomo ha sempre subìto la fascinazione di certe narrazioni in cui le macchine e i robot avrebbero in qualche modo preso il controllo del mondo, fino a creare addirittura un filone narrativo sul tema (il cosiddetto sci-fi, abbreviazione inglese di science fiction tradotto in italiano con fantascienza).

I primi esempi di sci-fi letterario risalgono addirittura agli anni 20 del XX secolo, mentre il cinema si era approcciato ancora prima a questo genere. È del 1902 quello che viene considerato il primo film di fantascienza della storia ovvero Viaggio nella Luna (Le Voyage dans la Lune), del francese Georges Méliès, che parla di un avveniristico razzo sparato sulla Luna. Forse detta così non vi dirà nulla, ma se vi mostriamo il fotogramma più celebre di questa pellicola sicuramente vi tornerà in mente

Si tratta di un frame diventato iconico, che simboleggia un po' la voglia dell'uomo di superare i propri limiti. È un'immagine che ricorre spesso in altre opere "moderne", ad esempio nei video musicali dei Queen (Heaven for Everyone, del 1995) e degli Smashing Pumpkins (Tonight Tonight, sempre del 1995).

L'intelligenza artificiale si lega a doppio filo a questo interesse in quanto già da subito gli studi sulla robotica (il cui padre è considerato Isaac Asimov con le sue famose tre leggi) prevedevano l'esistenza di una sorta di "coscienza" che potesse essere applicata ai robot. Non siamo quindi di fronte a un fenomeno nuovo, la novità piuttosto può risiedere nel fatto che quasi improvvisamente l'intelligenza artificiale sia arrivata a far parte delle nostre vite di persone comune grazie a tool che l'hanno resa improvvisamente più comprensibile e accessibile (ChatGPT ma anche altri). Inevitabilmente, questa accessibilità e questa popolarità hanno aperto la strada a una serie di nuovi reati e attività illecite che sono ancora poco conosciuti ma stanno creando già dei danni.

Intelligenza artificiale e sextortion

Il reato di sextortion è già definito nell'ordinamento giuridico italiano (qui la definizione presente sul sito del Ministero della Giustizia e tutta la legiferazione a riguardo). Si tratta, molto semplicemente, di truffare utenti ignari utilizzando contenuti a scopo sessuale con l'intento di ottenere delle somme di denaro. Questo tipo di scam esiste da quando esiste internet, specie da quando i device si sono sempre più "raffinati" nella produzione di foto e video e quindi hanno permesso ai truffatori di accedere a tutta una serie di contenuti usati poi per ricattare.

Con l'avvento dell'intelligenza artificiale le denunce per sextortion si sono moltiplicate (l'FBI ha lanciato un allarme a riguardo) perchè questi nuovi strumenti permettono di creare immagini e video falsi ma talmente realistici che è come se fossero veri. A differenza dei fotomontaggi che richiedono comunque skills non proprio di base, a questi programmi è sufficiente dare in pasto le foto della persona che si intende colpire o direttamente il link al profilo social e dopo pochi secondi il contenuto è pronto. La persona si vedrà ritratta in atteggiamenti espliciti e sarà più portata a pagare, anche se sa che quelle foto e quei video sono falsi. Questa tecnica è detta face swapping e sta facendo sempre più vittime.

Il ghostboting

Un'altro problema di relativamente recente scoperta è quello del ghostboting ed ha a che fare con le tracce che noi tutti lasciamo di noi stessi in Rete e che rimangono anche una volta che la persona è defunta. Tipicamente, quello che resta sono profili social senza più un padrone ma densi di foto e altri dati ultrapersonali. Non essendo più controllati da nessuno, diventano facili prede di truffatori che possono prenderne il controllo e usarli poi per gli scopi più vari.

Non esiste ad oggi una legge che regolamenti le "eredità digitali" e consenta, ad esempio, ai legittimi eredi di poter entrare automaticamente in possesso dei dati digitali dei propri cari defunti e in questo vuoto normativo si inseriscono le azioni criminose che generalmente implicano il furto dell'identità per compiere reati vari con la certezza di rimanere anonimi o impuniti, causando inoltre sofferenza e stress alle famiglie.

L'Europa corre ai ripari

Proprio per arginare questi e tanti altri reati che coinvolgono l'intelligenza artificiale in contesti illegali o fraudolenti, l'Unione Europea ha promulgato una serie di nuove leggi che hanno preso il nome di AI Act. Si tratta di un elenco di norme che mirano a definire e a colpire questo nuovo tipo di reati informatici commessi attraverso l'intelligenza artificiale.

Ad esempio, viene imposto a ChatGPT e a tutti gli altri chatbot di includere la dicitura "questo contenuto è generato da una IA" per aiutare i fruitori a distinguere ciò che proviene da mente umana e ciò che invece no, allo stesso modo anche i programmi che generano immagini e video dovranno riportare lo stesso disclaimer, per agevolare la trasparenza. Diventa vietato compiere estrazioni non mirate di dati biometrici acquisiti da scanner o telecamere a circuito chiuso: spesso queste operazioni vengono compiute per creare database per software di riconoscimento facciale.

Diventano illegali anche i sistemi di polizia predittiva (profilazione di comportamenti criminali tenuti in database per "predire" i reati futuri) e i software di riconoscimento delle emozioni (la vecchia "macchina della verità"). Un articolo più completo lo trovate qui.

Per quanto non ci sia ancora un vero modo di difendersi da questo nuovo tipo di reati, la raccomandazione è sempre la stessa: occorre fare estrema attenzione a quanto di personale si mette online, sia a livello di foto e video che a livello di informazione. Di certo, ciò che non viene pubblicato non potrà mai essere rubato.

Pubblicato il:
21/6/2023

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