ChatGPT prima di ChatGPT: gli antenati dell'ultimo fenomeno dell'AI

Partiamo dalla definizione: un chatbot è un software che simula un'interazione con un essere umano. Molto spesso, nella sua forma più rudimentale, è un'automazione che, a partire da alcune parole chiave che riceve come input, è in grado di elaborare delle risposte che sembrino plausibili in uno stile che ricorda, appunto, quello di una persona "vera".

La storia dei chatbot coincide con la storia di Internet stesso dal momento che questo tipo di software è stato utilizzato praticamente in ogni ambito da sempre. Oggi parliamo tutti di ChatGPT e di quanto sia uno strumento straordinariamente "intelligente", tanto da far temere addirittura per l'esistenza di alcuni lavori svolti da esseri umani. Sembra di essere tornati alla Rivoluzione Industriale, quando l'introduzione delle macchine a vapore fece temere per l'utilità degli operai e ancora agli albori dell'era dei robot, quando si tornò a dire che "le macchine rubano il lavoro".

Per quanto ChatGPT sia effettivamente un passo avanti a tutti i suoi antenati, giova ricordare appunto che non è che l'ultimo dei chatbot. Vediamo i suoi predecessori illustri.

ELIZA (1966)

Il primo esempio di chatbot propriamente inteso è ELIZA, un software che risale nientemeno che agli anni 60 scritto dal celebre informatico tedesco Joseph Weizenbaum (inventore del linguaggio di programmazione SLIP). Il software simula una chiacchierata tipo con uno psicoterapeuta, in particolare con uno psicologo Rogersiano, e il suo nome deriva da quello di Eliza Doolittle, la fioraia ingenua e poco colta del Pigmalione di George Bernard Shaw.

l funzionamento di ELIZA era molto semplice e si basava sullo stile delle interviste dello psicologo, che prendono una parte di discorso del paziente (spesso una singola parola) come inizio della domanda successiva. Lo schema della conversazione era sempre uguale: il software estrapolava una parola dalla frase "input" e su quella costruiva la frase successiva, pescando (effettuando quindi un match) dal suo database precostruito.

L'illusione di stare conversando con un essere umano poteva durare qualche battuta oppure uno scambio più lungo, ma i limiti del sistema erano comunque estremamente evidenti. Dal nome di questo chatbot deriva il termine "effetto ELIZA", ovvero quella tendenza ad attribuire a una macchina più intelligenza di quanta non ne abbia in effetti.

Parry (1972)

Il successore di ELIZA è Parry, un altro software realizzato in ambito psicanalitico. Le sue risposte simulavano quelle di una persona affetta da schizofrenia e paranoia ed erano piuttosto complesse e articolate. Parry fu il primo sistema a passare il Test di Turing che mirava a misurare il grado di intelligenza delle macchine e la loro capacità di simulare un comportamento umano. Il suo padre è uno psichiatra, Kenneth Colby.

A.L.I.C.E. (1995)

Negli anni '90 arriva Artificial Linguistic Internet Computer Entity, o A.L.I.C.E., per mano di Richard Wallace, lo stesso inventore del linguaggio A.I.M.L. (Artificial Intelligence Markup Language).

Anche A.L.I.C.E. si basava su un sistema a keyword, ovvero la capacità di elaborare le proprie risposte a partire da una parola chiave captata nella domanda o nell'affermazione precedente. Tuttavia era così fluida e "raffinata" che vinse per tre anni il premio Loebner, riconoscimento assegnato a tutte quelle tecnologie in grado di superare il Test di Turing

Doretta (2007)

Arriviamo ai giorni nostri e vi sblocchiamo un ricordo di quelli potenti. Se vi dicessimo doretta82@live.it? Esatto, proprio il chatbot integrato in MSN Messenger! Arrivato quando la fortunatissima parabola del servizio di messaggistica si stava avviando alla sua fase discendente, il bot era stato pensato per facilitare le ricerche degli utenti, tramite la frase "chiedimi qualsiasi cosa". Il fatto però che l'utenza fosse composta prevalentemente da adolescenti fece sì che gli intenti sfuggissero presto di mano.

I chatbot e ChatGPT

Cosa rende ChatGPT diverso da tutti i suoi predecessori? L'ultima trovata di cui tutti parlano è effettivamente diversa dal concetto di chatbot a cui siamo stati abituati finora perchè non funziona sulla base di un elenco sequenziale di "if-then-else" con eventuali cicli, ovvero (come ELIZA) partire da una parola nota nella domanda per elaborare una risposta pescando da un database di risposte possibili o con risposte precompilate da scegliere.

ChatGPT è in grado di correlare informazioni da molteplici sorgenti per produrre una risposta coerente, ovvero "capisce" dove andare ad estrarre la migliore risposta possibile alla domanda posta andando a fare uno scraping (un po' come fa il crawler di Google per indicizzare i siti web) da miliardi e miliardi di fonti che costituiscono il suo dataset di riferimento. Fatto questo, è in grado poi di rielaborare la risposta come se fosse proprio un umano a proporla.

È questa la principale differenza (e se vogliamo, innovazione) tra ChatGPT e tutti i chatbot precedenti ed è questo che lo rende così accurato.

Ovviamente, vi assicuriamo che questo contenuto non è stato prodotto ricorrendo ad alcuna intelligenza artificiale!

[articolo pubblicato anche su La Gazzetta del Pubblicitario]

Pubblicato il:
3/3/2023

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