Rete Wi Fi da progettare: tutto quello che c'è da sapere - parte 2

Continuiamo con i nostri consigli per una rete wi fi perfetta (o quasi). Dopo la prima parte, andiamo avanti analizzando quello che resta da sapere nel momento in cui progettiamo la nostra wireless lan.

Hai una rete wi fi esistente, puoi fare un upgrade?

La risposta generalmente è positiva, anche se prima occorre esaminare le radiofrequenze, il bandwidth (capacità di trasporto dei dati), la copertura e il roaming. Particolare attenzione alle radiofrequenze per evitare che ci siano interferenze che possono degradare la qualità e la capacità di trasmissione dei dati fino a rendere di fatto il WiFi inutilizzabile, verifica che di solito si effettua con opportuna strumentazione durante un sopralluogo fisico, oltre a funzionalità avanzate degli apparati, come il Cisco CleanAir, che però potrebbe "pulire" troppo e generare interferenze con altre reti in tutto o parzialmente sovrapposte alla nostra.

Interferenze, come si riconoscono e gestiscono?

Innanzitutto dobbiamo sapere che gli access point (sia wireless che radio) trasmettono dati da una posizione a un'altra tramite onde elettromagnetiche, che operano a frequenze diverse; ecco perché un segnale a 2.5 GHz ha una lunghezza d'onda maggiore e quindi si propaga più lontano mentre i segnali ad alta frequenza hanno una portata ridotta, come il 5GHz. Naturalmente, più è lunga la portata, più si perde di segnale, per effetto della dispersione: il nome tecnico è Free Space Path Loss. Ecco perché sceglieremo una frequenza più lunga a 2.4 GHz per coprire aree ampie con pochi utenti (come ad esempio un luogo di passaggio come un parcheggio o una piazza) e frequenze a 5 GHz per scenari molto densi (come un open space di uffici, per esempio).L'abito non fa il monaco, ma l'edificio fa la WiFi: ogni materiale, a seconda della sua densità, attenua o meno il segnale wireless, ecco perché il calcestruzzo blocca il segnale (quante volte nei parcheggi sotterranei "non c'è campo"?) mentre legno e vetro consentono al segnale di filtrare. Altri materiali ancora, come i metalli, invece possono riflettere le onde elettromagnetiche, rendendo meno prevedibile la distribuzione del segnale nelle aree di progetto.

Come fare in modo che ci sia sempre un buon segnale?

Ovviamente più ci allontaniamo dall'access point che distribuisce il segnale, più questo sarà debole, stessa cosa vale nel momento in cui tra la fonte del segnale e il dispositivo di ricezione mettiamo degli ostacoli: in linea generale possiamo considerare eccellente un segnale attorno ai -50 dBm, e debole un segnale a -75 dBm, anche se più importante della forza del segnale è il rapporto tra segnale e "rumore" (detto SNR) che determina la velocità del wireless e quindi la prestazione del nostro dispositivo collegato. Un buon modo per evitare il degrado del segnale è definire il rate minimo di aggancio in modo che se non ci sono minimo 9-12 Mbps (mega bit al secondo) di aggancio, il dispositivo non sia autorizzato ad agganciarsi alla rete. Nel momento in cui dobbiamo decidere le dimensioni delle celle di trasmissione della nostra WLAN (Wireless Local Access Network) dovremo sapere che le celle più piccole sono più portate a gestire client wireless a distanza ravvicinata a segnali più alti, mentre le celle più grandi rilevano e gestiscono client a lungo raggio con segnali ovviamente più bassi per via della dispersione del segnale.  Sono le esigenze applicative della rete (la risposta alla domanda cosa ci dobbiamo fare?) che definiscono dove e come gli access point devono essere distribuiti nella nostra rete WLAN. Per avere continuità di segnale dovremo sottoporre parzialmente (non troppo per non avere interferenze) i segnali delle celle, con un processo chiamato "cell overlapping".Il wireless funziona con lo standard 802.11 basato sul protocollo CSMA/CA (carrier sense multiple access/collision avoidance): in pratica i client "ascoltano" il canale prima di trasmettere, e lo fanno solo se è libero; se invece è occupato, riverifica la disponibilità del canale prima di trasmettere e continuerà a farlo fino a trovarlo libero.

rete wi fi

Standalone Access Point, una "rete wi fi di individualisti"

In una rete standalone, ogni access point agisce da solo senza interagire con gli altri AP della rete wi fi, e deve essere gestito e configurato indipendentemente. Questo tipo di configurazione di una WLAN è tipico di reti di piccole dimensioni, in quanto comporta molto lavoro e dovendo impostare manualmente i parametri si rischia di sbagliare la pianificazione dei canali creando delle interferenze. Questo tipo di reti semplici funzionano bene se l'area da coprire  è piccola, generalmente con un access point direttamente connesso allo switch di LAN (il dispositivo che distribuisce il traffico sulla rete dell'ufficio).

Centralized Wireless Controller, "dove la gerarchia è tutto"

Qui tutti gli access point devono rispondere a un controller che dice a ognuno che cosa deve fare e la configurazione si fa direttamente sul controller stesso. Quest'ultimo scarica la configurazione poi su tutti gli access point della rete. Questa tipologia è tipicamente usata per aree medio-grandi o con gradi di complessità elevati. Anche in questo caso il controller è collegato agli switch di rete e comanda gli access point tramite una VLAN dedicata. Attenzione: il controller ha sempre un numero massimo di access point che può gestire, quindi anche lui va correttamente dimensionato. Questi sono i passi e le definizioni fondamentali per poter progettare e realizzare una rete wi fi a regola d'arte, e se avete intenzione di realizzarne una ma non sapete da che parte iniziare, noi di Uniontel siamo a disposizione per seguirvi passo passo.  Dall'analisi alla progettazione, fino all'installazione, alla manutenzione e alla formazione all'uso, niente sarà lasciato al caso. Il vostro WiFi è ottimizzato? Fateci un pensiero!

Pubblicato il:
10/6/2021
9/11/2022

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