Caricabatterie unico, è guerra UE - Apple

Il caricabatterie unico della discordia

Da un po' di anni l'Unione Europea sta portando avanti un progetto di norma per "imporre" ai produttori di telefoni mobili il caricabatterie unico. Proprio quando sembrava di essere arrivati al dunque, Apple ha alzato le barricate. Cosa sta succedendo? Si farà o no? Sembra un argomento di poco conto, ma non lo è affatto. Tra le tante questioni di cui si è occupata in questi anni, l'Unione Europea ha anche dedicato sforzi alla questione del caricabatterie unico. Per spiegare di cosa si tratta facciamo un salto indietro. I primi cellulari avevano quasi tutti un caricabatterie "esclusivo", diverso da marca a marca. Ce n'erano di ogni forma e dimensione: grandi, piccoli, a sezione tonda, quadrata, piatta e lunga, stretta e corta. Era quasi impossibile che un caricabatterie di un telefono potesse essere usato anche per un altro. Di conseguenza, l'ingombro di apparecchi e cavi era rilevante soprattutto in caso di famiglie con un apparecchio per persona o possessori di più cellulari. Addirittura, in alcuni casi i caricabatterie erano diversi anche tra modelli diversi di stessa marca. Non si trattava solo di una questione meramente pratica. Queste differenze implicavano anche un certo sforzo produttivo e logistico, dal momento che una mancanza di standardizzazione prevedeva l'impossibilità di abbattere o diluire quella fetta di costo. Nel corso degli anni i caricabatterie sono andati via via, lentamente, uniformandosi non tanto per comodità dei consumatori quanto per opportunità dei produttori. Finito lo strapotere di Nokia, quando i caricabatterie erano uniformi perché chiunque possedeva un telefono Nokia e quindi erano facilissimi da trovare in giro per le case e gli uffici, si è andati verso lo standard unico.

Quanti tipi di caricabatterie esistono?

Dalla giungla del passato, siamo arrivati ad oggi ad avere sostanzialmente 3 possibilità. I tipi di caricabatterie più diffusi sul mercato al momento sono i micro usb, i tipo C (o type C) e i lighting. (ovviamente quando parliamo di caricabatterie stiamo parlando del cavetto). Li vediamo riassunti in questa immagine:

I micro usb sono già non più tanto frequenti in quanto il tipo C assicura una velocità di ricarica maggiore e quindi è ormai il preferito di tutte le produzioni più recenti. Il lightning, e qui arriviamo al nocciolo della querelle, è il cavo dei soli dispositivi Apple.

Apple contro il caricabatterie unico

Unificare lo standard (almeno per i dispositivi in vendita nel territorio europeo) permetterebbe un significativo risparmio economico e soprattutto una migliore gestione dei rifiuti elettronici. Spesso non ci pensiamo, ma anche un caricabatterie è un RAEE e quando deve essere buttato via deve seguire la sua filiera di smaltimento "speciale". Renderlo unico tra tutti i modelli di smartphone significherebbe usarlo per molto più tempo, quindi allungarne la vita utile, quindi rimandare il momento dello smaltimento e i suoi costi. Sembrerebbe tutto bello e giusto, se non ci fosse di mezzo Apple. La company di Cupertino si è più volte schierata contro il caricabatterie unico, perché significherebbe apportare delle variazioni al design dei loro apparecchi per poter cambiare le dimensioni della porta di ingresso del cavetto. Vero è che il cavo lightning carica sia gli Iphone, che gli Ipad che anche gli ultimi Macbook, quindi in qualche modo Apple si dimostra "avanti" sul discorso condivisione. Quello che proprio non possono accettare è condividere non solo all'interno del loro ecosistema, ma anche al di fuori. Questa presa di posizione ha portato Apple a ricevere dure accuse di non avere abbastanza a cuore la causa ecologista, accuse a cui la Mela ha risposto ricordando il proprio impegno in favore dell'eliminazione dei RAEE inutili dalle proprie confezioni. Sarebbe questa la motivazione che ha spinto l'azienda a vendere i propri smartphone a partire dall'IPhone 12 senza caricabatterie e cuffie in dotazione. In questo modo il packaging del modello del 2020 si è rivelato più piccolo e leggero e quindi più facile da movimentare e spedire. Questo però non ha risparmiato Apple delle beghe legali in Francia. La legge d'Oltralpe prevede infatti che ogni telefono debba essere venduto con un "kit vivavoce" o con le cuffie per due motivi: proteggere dalle emissioni nocive i minori di 14 anni e disincentivare l'uso del telefono alla guida. Chi desidera ora questi accessori deve, ovviamente, acquistarli a parte. Apple punta molto sulla sua clientela fidelizzata e quindi suppone che chi ha un Iphone ne abbia avuto almeno un altro nella sua vita, per cui abbia già in casa caricabatterie e cuffie compatibili. Alternativamente, consiglia l'acquisto di un caricatore wireless (che si può usare tranquillamente anche sugli Android che prevedono questa funzione) per coniugare comodità, risparmio e attenzione per l'ambiente. Alla luce di tutti questi "accorgimenti", Tim Cook ha respinto al mittente tutte le critiche ribadendo la volontà di non intervenire sul design dei propri prodotti. Le ipotesi dicono che Apple potrebbe potenziare la ricarica wireless su tutti i dispositivi, risolvendo la questione alla radice ma escludendo di fatto Apple da qualsiasi compatibilità anche futura. La situazione sembra essere arrivata a uno stallo, con nuovi sviluppi attesi a breve dal momento che il Parlamento Europeo non sembra intenzionato ad indietreggiare. E voi da che parte state? Articolo di approfondimento qui.

Pubblicato il:
29/9/2021
9/11/2022

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