La portabilità del numero mobile (MNP), parte 1

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La portabilità del numero mobile: tutto quello che c'è da sapere sulla MNP

Vi abbiamo parlato molte volte della portabilità del numero mobile, ovvero la possibilità di cambiare il gestore del vostro numero di cellulare senza cambiare il numero stesso. Questa è una possibilità che esiste dai primi anni 2000, precisamente dal 2002, quando l'AGCom, d'accordo con i gestori al momento presenti sul mercato, diede applicazione a una delibera del 1999 che definiva i passaggi necessari. Non vi abbiamo però mai detto come si fa una portabilità, quanto tempo ci vuole, cosa succede se sopravvengono degli errori. Ci siamo resi conto che molto spesso i clienti sono restii a cambiare gestore perchè hanno paura di eventuali conseguenze, prima fra tutte la perdita del numero. Quando ci capita di sentire queste obiezioni vi tranquillizziamo ed è anche per questo che vi prepariamo una guida a tutto quello che avreste voluto sapere sulla MNP, in due parti!

Prima del 2002

Cosa succedeva prima del 2002? Beh molto poco. Semplicemente la portabilità del numero mobile non era possibile. I gestori erano 4 (TIM, Omnitel-Vodafone, Wind e Blu), ognuno dei quali aveva la sua utenza, i suoi clienti, le sue strutture di rete, le sue sim e soprattutto i suoi archi di numerazione che erano sempre gli stessi e non potevano cambiare. Le tariffe telefoniche spessissimo erano concepite sul concetto di "stesso operatore": era cioè possibile abbattere anche di molto i costi se le chiamate avvenivano tra numeri dello stesso gestore, mentre il prezzo saliva se la chiamata era diretta su un altro operatore.

Per questo, prima di telefonare era opportuno domandarsi a quale operatore appartenesse il numero che si stava per comporre. Come si faceva a dedurlo? Super semplice: dal prefisso. I prefissi 33X e 36X (33X identificava le utenze GSM, mentre 36X marchiava quelle TACS) erano TIM, i prefissi 34X erano Omnitel-Vodafone, 32X erano Wind e 38X erano Blu.

Non si poteva cambiare operatore e a dir la verità non c'erano neanche troppi motivi per volerlo fare. Uno poteva magari essere la convenienza economica, ma le tariffe degli operatori si somigliavano molto tra di loro e per chi faceva un uso standard del cellulare non aveva molto senso cambiare. Un motivo più rilevante poteva essere la copertura, per cui poteva capitare (e capitava spessissimo) di venire attirati da un'offerta commerciale molto conveniente, attivarsi con un operatore che copriva scarsamente la zona di residenza e poi ritrovarsi di fatto isolati e impossibilitati a usare il cellulare tanto desiderato. Cosa si faceva in questi casi?

Si cambiava numero! Ci si recava da un rivenditore, si acquistava una nuova sim con i costi del caso (altissimi), si riceveva un nuovo numero e poi si passavano le successive settimane a comunicare il cambio ad amici, parenti, clienti e quant'altro e a modificare insegne, biglietti da visita, carte intestate, pubblicità e cose simili.

Dopo il 2002

Lo scenario cambia decisamente a gennaio 2022 quando viene introdotta la possibilità di cambiare gestore mantenendo il numero e annullando di fatto quello che poteva essere l'unico vero deterrente alla "libera scelta" da parte dell'utente. Va detto che da lì in poi la scelta diventa libera per davvero e questo scatena la concorrenza, con tariffe differenziate, pricing aggressivi, offerte capestro e penali salate. Se fino ad allora i gestori erano riusciti a convivere più o meno pacificamente, la possibilità di MNP rompe questa sorta di pax e scatena una guerra alla tutti contro tutti (che dura tutt'ora).

La portabilità del numero mobile non è sempre stata un'operazione semplice come lo è ora: inizialmente potevano volerci da un minimo di 1 mese e fino a 6 mesi per poter cambiare gestore e il credito non utilizzato che eventualmente rimaneva sulla sim dell'operatore uscente era perso. I problemi tecnici e gli intoppi burocratici erano frequentissimi. Ad esempio, nelle fasi iniziali della procedura TIM non fu in grado di gestire le MNP in entrata e in uscita. A causa probabilmente dell'obsolescenza dei propri sistemi (essendo appunto TIM il primo gestore ad operare in Italia, presente fin dagli anni '80 come SIP) ed essendo l'unica a dover gestire il doppio standard TACS-GSM, per un certo tempo potè solo far uscire i propri numeri ma non potè acquisire quelli degli altri. Di contro, essendo la compagine più giovane e "moderna" ad essersi affacciata sul mercato, Wind si attivò subito e prima di chiunque altro per gestire in pienezza ed efficienza le MNP entranti e uscenti.

Tutto il resto è storia recente e tutto sommato invariata rispetto ad allora. A parte i tempi che si sono di molto snelliti, la procedura per effettuare una portabilità del numero mobile è rimasta a grandi linee la stessa con un solo sostanziale cambiamento nel 2022. In quell'anno infatti una nuova normativa ha introdotto una procedura di verifica dell'identità del destinatario più stringente, volta a prevenire le truffe. Si è trattato della primissima revisione del processo di MNP, che quindi è rimasto lo stesso per ben 20 anni (forse un record nella storia italiana!).

Come si fa una portabilità del numero mobile (MNP)?

Pur tenendo presenti queste variazioni, però, fare una portabilità del numero mobile è molto semplice.

Occorrono le seguenti cose:

1) i documenti dell'intestatario della sim (carta d'identità / passaporto / permesso di soggiorno / patente e codice fiscale, tutti in corso di validità)

2) la sim fisica su cui è attestato il numero che si vuole portare ad un altro operatore (se si possiede una esim ovviamente quest'ultimo punto non vale)

Perchè la portabilità vada a buon fine è necessario che l'intestatario in uscita e l'intestatario in entrata coincidano perfettamente. Per prevenire il sim swapping e le varie truffe sempre più frequenti non è più possibile effettuare un cambio di intestazione contestualmente alla MNP come prima avveniva. Se l'intestatario deve variare (o se la sim privata deve diventare aziendale o viceversa), questa variazione va fatta prima di richiedere la MNP.

Si sceglie l'operatore di destinazione, al quale vanno comunicati i seguenti dati:

1) i dati dell'intestatario, in tutta la loro completezza e interezza

2) il numero di telefono che si intende portare

3) l'operatore di provenienza

4) il numero seriale di 19 cifre della sim su cui è attestato il numero da portare. Se questo numero è illeggibile o non recuperabile (nelle nuove sim è in effetti scritto piccolissimo), si può chiedere all'operatore di appartenenza che non può rifiutarsi di fornirlo.

Comunicato tutto ciò, bisogna procedere alla conferma della volontà di portabilità tramite un codice OTP che l'operatore ricevente invia sul numero da portare, che il cliente deve confermare. Questo per accertare l'effettivo possesso della sim da parte del proprietario e per abbattere i rischi che si effettuino portabilità di numeri di persone inconsapevoli. A questo punto, l'operatore ricevente acquisisce copia dei documenti ed eventuali firme su moduli cartacei (se online, firme elettroniche) e la richiesta viene inserita sui sistemi.

Contestualmente, il cliente riceve la sim del nuovo operatore e deve attendere tre giorni lavorativi, perchè la procedura vada a buon fine. Se la richiesta è stata effettuata online, la sim verrà spedita con corriere e i tre giorni decorreranno dal momento in cui questa verrà ricevuta. I corrieri hanno l'obbligo di chiedere il documento o la delega di chi ritira la sim.

Trascorsi i tre giorni lavorativi (durante i quali si ricevono degli sms informativi sull'esito della procedura), il cliente nota che la vecchia sim smette di funzionare: è il momento di inserire la nuova sim che avrà lo stesso numero della vecchia, ma un gestore diverso.

Come abbiamo detto, è molto semplice.

Nella prossima parte della nostra guida, vi spieghiamo cosa succede in caso di errore, quali sono gli KO di portabilità più frequenti e proveremo a rispondere alle vostre domande più gettonate! Stay tuned!

Pubblicato il:
5/6/2024

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