Cabine telefoniche, è davvero la fine?

Icone di un tempo che non c'è più, presenza costante nei ricordi di tutti noi. Testimoni silenziose e immote di amori, addii, affari, litigi,confidenze, tutti affidati a loro per poter essere diffusi, tramandati, replicati. Le cabine telefoniche hanno fatto la storia del costume italiano e non solo, ovviamente, ma in Italia sono diventate particolarmente importanti perchè, come è ormai super noto, siamo un popolo di inguaribili chiacchieroni.

Delle cabine avevamo diffusamente parlato in due puntate della nostra serie #TBT sulla tecnologia vintage (recuperatele qui e qui), articoli che tra l'altro hanno avuto un grosso successo e vi sono piaciuti tantissimo. La seconda parte si fermava alla fine del 2021 quando si era in attesa di capire il destino delle cabine superstiti sul territorio italiano. In quanto ex azienda di Stato concessionaria del servizio telefonico, agli inizi degli anni 2000 l'Agcom aveva stabilito che dovesse essere Telecom (ora TIM) a prendersi cura in toto delle cabine telefoniche presenti in Italia. Il che vuol dire, soprattutto, effettuare regolare manutenzione e assicurarsi del buon funzionamento, a fronte di poter trattenere i guadagni del servizio.

Guadagni che devono essere stati tutto sommato modesti se il 19 aprile 2023 la stessa Agcom si è nuovamente espressa dichiarando ufficialmente obsolete le cabine telefoniche. Se siete curiosi, qui trovate il testo integrale della delibera pubblicata il 26 maggio scorso.

Cosa dice la delibera Agcom 98/23

La delibera di cui parliamo va a modificare un precedente provvedimento, il 290/01 che nel 2001 trattava "determinazioni di criteri per la distribuzione e la pianificazione sul territorio nazionale delle postazioni telefoniche pubbliche" e integra il 252/22 "avvio di un procedimento e consultazione pubblica concernente la verifica sulla necessità del servizio di telefonia pubblica ai sensi dell’articolo 97 del codice delle comunicazioni elettroniche". Come vediamo, è un po' di tempo che ci si interroga sul senso della presenza delle cabine telefoniche, in un'epoca in cui forse solo i neonati non hanno un cellulare e una sim card intestata.

Imprescindibili fino ad appena una ventina d'anni fa, sono diventate pian piano il simbolo di qualcosa di vecchio, di polveroso, da guardare con nostalgia ma sicuramente non utilizzare più. Per non parlare dei mercatini e delle esposizioni di modernariato, che hanno reso gli apparecchi telefonici pubblici dei ricercati (e costosi) oggetti di arredamento decontestualizzandoli dalla loro funzione originale (da posto pubblico a ornamento privato). La questione era sicuramente particolarmente pregnante per TIM che, obbligata dallo Stato al mantenimento in essere delle cabine, aveva finito per considerare il servizio telefonico pubblico un mero onere.

Ecco quindi che arriviamo ad oggi dove la nuova delibera stabilisce che TIM non è più obbligata al mantenimento delle cabine telefoniche, tranne che nei luoghi di rilevanza sociale (identificati in ospedali e strutture sanitarie equivalenti con almeno 10 posti letto, carceri, caserme con almeno 50 occupanti). Tutte le altre, potranno essere smantellate.

Dobbiamo prepararci a dire addio alle cabine telefoniche?

È ancora presto per dare una risposta a questa domanda. Di certo, rassegniamoci a vedere ancora meno di questi arredi urbani nelle nostre città e nelle nostre località di vacanza, ma la procedura non sembra al momento avere delle regole o delle eccezioni e pare totalmente discrezionale. Lo smantellamento delle cabine da parte di TIM è iniziato nel 2009, partendo da quelle da cui venivano effettuate meno di 3 chiamate al giorno. Successivamente, si era proceduto a individuare le postazioni da eliminare apponendovi un avviso: chiunque avrebbe desiderato opporsi all'eliminazione di quella determinata cabina avrebbe dovuto inviare una pec motivando l'opposizione entro 30 giorni. Fino al 2015, Telecom ha rimosso circa 10 mila cabine, accogliendo 505 richieste di "salvataggio" con motivazioni varie: da una parte c'erano ragioni di utilità oggettiva, mentre dall'altra avevamo i nostalgici veri e propri che volevano mantenere le cabine perchè "icone nella realtà di riferimento".

Ora si annunciano tempi duri per questi irriducibili del gettone, perchè ad oggi risultano ancora attivi 16703 posti telefonici pubblici, ma di questi solo 1801 si trovano nei luoghi di rilevanza sociale che abbiamo descritto prima e che quindi saranno sicuramente salvati. 470 cabine si trovano ancora nei rifugi di montagna. L'utilizzo di queste postazioni ha continuato, negli anni, inesorabilmente a diminuire: dal 2010 al 2017 si è arrivati a meno di una chiamata ogni tre giorni, ovvero un crollo nell'utilizzo del 57%, a fronte di costi di manutenzione che sicuramente non saranno calati (quando non addirittura aumentati).

Oltre all'obbligo di mantenere le cabine telefoniche nei luoghi rilevanti, TIM dovrà accertarsi di coprire le località montane con adeguato segnale mobile prima di rimuovere quei posti pubblici. Decisamente molti meno obblighi che in passato, per un'era che inevitabilmente si sta avvicinando alla fine.

Pubblicato il:
8/9/2023

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