Il decommissioning TIM spiegato bene: cosa vuol dire che si spengono le centrali telefoniche?

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TIM spegne le centrali analogiche: il decommissioning

La notizia non è certo nuova, tuttavia non manca di suscitare reazioni ogni qualvolta si compie uno step di un percorso che è stato già largamente annunciato. Stiamo parlando del decommissioning di TIM, ovvero lo spegnimento delle vecchie centrali telefoniche analogiche presenti sul territorio.

Il progetto di decommissioning delle centrali prende il via nel 2019 con una delibera ad hoc dell'AGCom (che se vi interessa potete leggere qui, la parte sulla dismissione inizia a pagina 133). Si tratta della delibera n. 348/19/CONS, la stessa che definisce il libero accesso alla rete di cui TIM un tempo deteneva il monopolio e consente l'ingresso sul mercato di nuovi player all'ingrosso come Flashfiber e OpenFiber.

Quello che TIM dichiara sul suo sito ufficiale in una pagina appositamente predisposta è a grandi linee questo: non c'è più motivo di mantenere in vita così tante centrali telefoniche sul territorio, dal momento che il progresso tecnologico ha reso alcune di queste strutture obsolete e ridondanti. Si procede allora all'accorpamento delle risorse e di fatto alla dismissione di quelle centrali che risulteranno, dopo questo accorpamento, inutili.

Per farvi capire meglio, ecco uno schema pubblicato sempre sul sito ufficiale TIM:

La situazione in rosso a sinistra è quella a tendere: una volta terminato il decommissioning, resteranno attive sul territorio circa 3.800 centrali COLT (ovvero central office long term), mentre spariranno le centrali indicate in blu sulla destra, ovvero circa 6.700 centrali BYPASS. Per spiegare ancora meglio, si procede con questo ragionamento: dato il totale delle centrali telefoniche TIM presenti sul territorio (10.500), si individuano quelle che possono fungere da "nodi" centrali per lo smistamento e la corretta erogazione del servizio, quelle che sono oggetto di più frequente manutenzione, che servono aree ad alta utenza e che verranno costantemente aggiornate ed implementate nel futuro. Sono queste le 3.800 centrali COLT, ovvero gli avamposti TIM sul territorio che sicuramente rimarranno.

Stando ai numeri divulgati da TIM, per ogni centrale COLT ci saranno circa due centrali BYPASS (che non rispettano i requisiti per essere COLT, perchè troppo vecchie, poste in territori isolati o a scarsa utenza, obsolete, poco o mai aggiornate o manutenute) che verranno dismesse, di fatto allacciando le utenze presenti in esse alla centrale COLT più vicina.

La procedura è spiegata in questo schema, che fotografa l'oggi (AS IS) e illustra il domani (TO BE)

Sostanzialmente, le infrastrutture e le utenze servite dalla centrale BYPASS verranno staccate e allacciate a nuovi cavi in fibra che le porteranno ad essere attestate alla centrale COLT più vicina. La centrale BYPASS resterà quindi un edificio vuoto e scollegato. Secondo questo procedimento, dunque, il passaggio per gli utenti finali sarà quasi indolore, mentre permetterà a TIM un risparmio importante in termini di mantenimento della rete.

Una centrale telefonica

I vantaggi del decommissioning

Chiariamo il concetto di "centrale": l'oggetto del discorso non sono gli armadi in strada che contengono i doppini a cui fanno capo le singole utenze, quelle che abbiamo imparato a identificare come servite dalla fibra quando hanno il "cappellino" rosso. Nonostante siano comunemente chiamate "centrali" o "centraline", quelli sono i cabinet e anzi, la previsione (e l'auspicio) è che ne vengano installati quanti più possibile per avere un servizio sempre migliore e più capillare.

Ad essere spente saranno le centrali come quella della foto in alto (che però, curiosità: abbiamo controllato nella roadmap di TIM e non verrà spenta, diventerà COLT), ovvero veri e propri edifici in cui, oltre che gli uffici del personale, risiedono anche i permutatori da cui partono i cavi che poi finiscono nei cabinet. Come abbiamo detto i cavi dei cabinet andranno allacciati nelle centrali COLT e i permutatori delle centrali da spegnere resteranno vuoti. A quel punto l'edificio di fatto non sarà più utile e TIM potrà smettere di occuparsene, risparmiando ad esempio eventuali canoni d'affitto. Il discorso ricorda molto da vicino quanto fatto per le cabine telefoniche, che sono state in larga parte smantellate per risparmiare i costi della loro manutenzione.

I vantaggi per TIM sono evidenti: potrà risparmiare risorse economiche da destinare al miglioramento delle centrali COLT e quindi del servizio in generale, garantendo un accesso ai servizi di qualità superiore. Questo si traduce in vantaggio per gli utenti che hanno accesso a una rete di ultima generazione, adatta a gestire al meglio i servizi digitali e mantenuta in efficienza con una manutenzione puntuale.

Gli svantaggi dello spegnimento delle centrali

Ci rendiamo conto che parlare di svantaggi in un contesto simile è un po' ingeneroso, ma è necessario considerare anche l'altra faccia della medaglia che, come tutte le cose, è presente anche in questa operazione. Uno svantaggio che andrà inevitabilmente a investire gli utenti è il cambiamento forzato delle loro abitudini. Se finora i più "resistenti" avevano ancora la possibilità di scegliere se avere la linea analogica tradizionale o la nuova digitale, post decommissioning tutto sarà migrato sul digitale. Questo vuol dire che gli apparecchi telefonici datati (soprattutto i centralini, parlando di aziende) potrebbero o non funzionare più o necessitare di adeguamenti, ove possibili, per essere resi compatibili con le linee voip.

Abbiamo più volte parlato di questo quando abbiamo comparato le linee analogiche con quelle digitali, ma abbiamo anche visto i prodromi di questa operazione quando, subito post pandemia, sono iniziate le operazioni per la dismissione della vecchia tecnologia ISDN, propedeutica appunto al decommissioning delle centrali BYPASS. Una volta che tutto sarà migrato al digitale, i centralini più vecchi non potranno più essere utilizzati o saranno limitati nelle loro funzioni. Avete ancora un centralino analogico? È il momento giusto per passare al full digital! Contattateci e gestiremo al meglio insieme questo momento di transizione.

Le tappe del decommissioning

Ovviamente tutto quello che vi abbiamo detto non avviene tutto insieme tutto d'un botto. Il decommissioning è un processo lungo e impegnativo che deve avvenire necessiariamente per tappe. Questo è il documento AGCom che descrive le modalità del tutto e questo è il comunicato stampa di TIM che annuncia l'avvio delle operazioni.

Una prima "prova" è stata effettuata a fine marzo 2024 con lo spegnimento di 10 centrali in Calabria, dopodichè si è passati al primo lotto più consistente il 25 maggio 2024. In quest'ultima data sono state spente altre 62 centrali in varie regioni d'Italia. Vi riportiamo un'utile tabella riassuntiva tratta dal sito selectra.it

Tutti i clienti TIM interessati dallo spegnimento hanno ricevuto una comunicazione nella fattura telefonica, mentre per i clienti non TIM che però utilizzano infrastrutture TIM la comunicazione è stata demandata all'operatore di appartenenza. Informative in questo senso sono state inviate anche alle amministrazioni dei comuni coinvolti, perchè siano predisposte adeguate notifiche alla cittadinanza.

In attesa dei prossimi step, controllate sempre le fatture dell'operatore che deve dirvi se e quando voi sarete oggetto di migrazione di centrale, per minimizzare gli eventuali disagi e darvi il tempo di effettuare eventuali adeguamenti.

Pubblicato il:
24/6/2024

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